©Courtesy dell’artista

  • GIUSEPPE STAMPONE

Nato nel 1974 a Clusse (Francia), Giuseppe Stampone vive e lavora tra Teramo, Bruxelles e Roma.

La pratica di Stampone passa con disinvoltura dalle installazioni multimediali e interattive a monumentali progetti di arte pubblica e relazionale impegnati nel sociale, come Acquarelli per non sprecare la vita, Teramo, 2006 che ha coinvolto ottanta istituti scolastici e oltre diecimila bambini. Su tutti i media il disegno, utilizzato come strumento di indagine del reale, come per gli antichi maestri, per cui rappresentare significava essenzialmente conoscere. Spesso l’artista cita alcuni celebri dipinti della tradizione occidentale, piegati a rimandare situazioni scomode, legate alle contraddizioni e alle lacerazioni della contemporaneità, creando spiazzanti cortocircuiti visivi. Le immagini emergono dalla tela col tratto deciso e metallico dato dalle penne bic, un medium non casuale che è diventato negli anni quasi una firma dell’artista.

Il suo lavoro è stato esposto in diversi festival d’arte internazionali, musei e fondazioni, tra cui la Biennale d’Arte Contemporanea di Venezia (2022); la Biennale di Architettura di Venezia (2021); la Biennale di Architettura di Seoul, Corea del Sud (2017); Triennale di Ostenda, Belgio (2017); 56a Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, Italia (2015); Biennale di Kochi-Muziris, Kerala, India (2012); 11a Biennale dell’Avana, Cuba (2012); Biennale di Liverpool, Regno Unito (2010); 14a e 15a Quadriennale di Roma, Italia (2004-2008); Massachusetts Institute of Technology Museum, Boston, USA (2016); Kunsthalle Museum of Art, Gwangju, Corea del Sud; Wilfredo Lam Contemporary Art Centre, L’Avana, Cuba; MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del 21mo Secolo, Roma, Italia; MACRO – Museo dell’Arte Contemporanea, Roma, Italia; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, Italia; Palazzo Reale, Milano, Italia; GAMeC – Galleria D’Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo, Italia. Le opere di Giuseppe Stampone sono conservate in diverse importanti fondazioni e collezioni pubbliche.

  • LE OPERE DELL’ARTISTA

«Ciò che mi colpisce maggiormente nel suo lavoro - ed è per questo che sostengo la sua candidatura - è il cortocircuito spiazzante tra apparenza piacevole, a tratti ammiccante, e contenuti scomodi spesso imbarazzanti, a volte atroci, che cedono il passo, una volta appagato il primo approccio, superficiale e cosmetico all’interpretazione dell’opera, a una complessità d’intenti che contraddicono violentemente la serenità iniziale, in un processo di progressivo, spesso brutale, disvelamento di senso.» Eugenio Viola