• I FONDATORI

Provenienti dal mondo della salute, i fondatori desiderano costruire un ponte tra il mondo degli artisti e il mondo dei pazienti.

Il Prix Carta Bianca è stato fondato da Éric Pujade-Lauraine, oncologo di fama internazionale, e da Isabelle Pujade-Lauraine, alta funzionaria del mondo della salute, adesso coach professionista specializzata nell’aiuto a persone con patologie tumorali, affinché tornino alla loro vita professionale. Collezionisti che vivono tra Parigi e Napoli, Éric e Isabelle Pujade-Lauraine hanno voluto ancorare il Premio a queste due culture, che si sono unite nel corso della storia per offrire all’Europa alcune delle più grandi innovazioni e dei più importanti capolavori, sia nell’arte che nella ricerca scientifica.

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  • ISABELLE PUJADE-LAURAINE

Coach per i malati di tumore in via di guarigione, li accompagno per il loro ritorno alla vita professionale.

Le persone che accompagno sono in un processo di profonda trasformazione della loro identità, delle loro priorità, dei loro valori, esplorando se stesse, il loro ambiente e le loro relazioni con gli altri. Queste domande intime, di autori-creazione, al cuore del processo di coaching, presentano analogie con quelle della creazione artistica. Le persone sviluppano meccanismi di percezione, osservazione e analisi che spesso portano a una nuova visione del mondo.

"In tutte le mie sessioni di coaching, le persone evocano la dimensione cruciale dell'arte nella loro energizzazione, guarigione, pacificazione, supporto emotivo".

Questa scoperta, legata alla mia pratica professionale di coach, dopo una lunga carriera come alta funzionaria nel mondo istituzionale della salute, mi ha convinta dell’importanza di costruire un ponte tra il mondo dell’arte e quello della salute, utile alle persone che si confrontano con la loro vulnerabilità, e forse utile agli artisti che prendono coscienza dell’impatto del loro lavoro creativo sulla rinascita di queste persone.

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  • ÉRIC PUJADE-LAURAINE

Il nostro Premio si propone di incarnare i valori cardine propri dei professionisti della salute da cui proveniamo: impegno, dedizione, umanità.

C’è per me una certa analogia di approccio tra uno scienziato e un artista, oltre che una complementarietà. Scienza e arte condividono molti punti in comune: l’arte della domanda, dell’esplorazione, della sperimentazione, del rendere visibile l’invisibile, dell’arricchimento attraverso la conoscenza. Di fronte ai limiti dell’approccio razionale della scienza, la percezione sensibile degli artisti è un altro modo essenziale di esplorare la realtà.

"Il Premio si rivolge ai pazienti nella fase post-trattamento: come, quando si spera di essere guariti, si può reinventare se stessi dopo aver subito un'esperienza che cambia la vita? Come si fa a reintegrarsi nel mondo, quando si è stati segnati dal sigillo della differenza?"

Gli artisti, attraverso le loro opere, hanno il potere di toccarci nel profondo del nostro essere, sanno portarci in viaggi emotivi e intellettuali che mi hanno sempre aiutato a mettermi in discussione e ad approfondire la conoscenza di me stesso e del mio rapporto con il mondo. Fin da giovanissimo ho sviluppato una passione per gli artisti e le loro opere, che nel tempo è diventata una necessità. Per me, attraverso la loro visione e la loro energia creativa, gli artisti sono immensi vettori di vitalità.

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